12/09/2010
Ogni 5 anni il governo americano misura l'ammontare di rifiuti tossici nei nostri cibi. Le diossine sono una classe di inquinanti industriali emessi nell'atmosfera che "si accumulano nei tessuti adiposi degli esseri umani e nei cibi di origine animale consumati dagli umani. Generalmente si ritiene che per l'uomo la fonte più significativa di diossine (e composti diossina-like come il bifenile - PCB) sia l'assunzione di prodotti animali ed ittici." Ma quali sono i prodotti animali che espongono a maggior rischio?
Secondo i recenti dati dell'Agenzia di Protezione Ambientale statunitense (Environmental Protection Agency - EPA), seconde solo al pesce in termini di livelli di PCB, sono le uova. Questo può aiutare a spiegare i risultati di un recente studio che ha evidenziato che il consumo di uova "era associato ad un'aumentata probabilità di sviluppare tumori della cavità orale e della faringe, dell'esofago e del tratto aereo-digestivo superiore (inclusa la cavità orale, la faringe, l'esofago, la laringe), del colon e del colon-retto, del polmone, della mammella, della prostata, della vescica e di tutti i tumori combinati."
Tra tutti questi tumori, il consumo di uova era più strettamente correlato con il rischio di tumore alla mammella. Coloro che mangiano più di mezzo uovo al giorno hanno un rischio di tre volte maggiore di ammalarsi di tumore alla mammella rispetto a coloro che non consumano affatto uova.
Le tossine industriali trovate nei prodotti animali non contribuiscono solo ad aumentare il rischio di sviluppare un tumore. Secondo un recente articolo pubblicato sulla rivista scientifica Reproductive Toxicology, "sono sempre più numerose le evidenze che suggeriscono che l'esposizione della madre a composti chimici tossici possa essere associata a numerosi difetti congeniti, a problemi pediatrici, a una distribuzione anormale del numero di maschi e femmine, a tumori letali in bambini e adolescenti, a turbe psicosessuali, così come a disfunzioni endocrine e riproduttive nella vita adulta". L'autore conclude: "Prevedo che le future generazioni di scienziati guarderanno con incredulità alla cultura medica del passato che permetteva l'avvelenamento delle donne in età fertile e ignorava le correlazioni con la salute del nascituro."
Cosa succede tuttavia se si decide di non mangiare carne, pesce, derivati del latte e uova? Uno studio intitolato "L'impatto dell'adozione di una dieta vegana sulla concentrazione plasmatica di organoclorine" è stato recentemente pubblicato da un gruppo internazionale di scienziati. Le organoclorine sono prodotti chimici ampiamente usati dopo la Seconda Guerra Mondiale come insetticidi e nell'industria. Negli anni '60 si cominciarono a conoscere i loro effetti avversi sull'ambiente e sull'uomo e negli anni '70 il loro utilizzo venne proibito nella maggior parte di Paesi industrializzati (compresi gli Stati Uniti). Ciononostante, essendo fortemente resistenti alla degradazione [...] continuano ad essere presenti nella catena alimentare in tutto il mondo. [...] Essendo alla cima della catena alimentare, l'uomo ne è contaminato attraverso il cibo, nell'infanzia dal latte materno e in seguito dai prodotti animali quali pesce carne e latticini."
Gli studi hanno mostrato che la concentrazione di organoclorine nel latte materno e nei tessuti adiposi dei vegetariani è inferiore a quella degli onnivori, ma nessun studio sui "vegani puri" era stato intrapreso fino ad oggi. Testando un'ampia serie di tossine industriali carcinogene e di pesticidi, i ricercatori "hanno scoperto che i vegani sono significativamente meno inquinati degli onnivori."
Quello che ha sorpreso il gruppo di ricercatori è che i vegani avessero pari esposizione alle sostanze tossiche rispetto agli altri. Gli scienziati hanno offerto una serie di spiegazioni. Per esempio i vegani "potrebbero essere stati allattati al seno da neonati, e potrebbero essere stati esposti alle organoclorine accumulate dalla madre, trasferite poi al bambino durante l'allattamento. Inoltre, la scelta vegetariana o vegana viene spesso fatta in età adulta." Questo è un altro problema che è stato notato: la maggior parte dei vegani non lo è dalla nascita. "Perciò la dieta onnivora seguita nell'infanzia e adolescenza porta ad una contaminazione da organoclorine che è ancora misurabile nell'adulto."
Per diminuire la nostra esposizione alle tossine industriali nel nostro mondo sempre più inquinato, dobbiamo nutrirci il più in basso possibile nella catena alimentare e il più presto possibile: seguire cioè una dieta a base vegetale (plant based diet).
Fonte:
VegSource, Vegans "Significantly Less Polluted", 5 agosto 2010
Traduzione a cura di Federica Piana