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Sono una donna di 33 anni, lacto ovo vegetariana da circa 8 anni e vegan da 1.
Dopo la scelta vegetariana sono dimagrita ed ho raggiunto un
equilibrio alimentare che avevo sempre sognato, anche per un fatto
di linea.
Nell'agosto del 2000 ho avuto un episodio di allergia alimentare
per cui mi comparivano della chiazze rosse improvvise su alcune
parti del corpo e/o su quasi tutto il corpo (specialmente la sera),
per cui ho fatto una cura omeopatica prima (Le cure) e un altra
dopo, associata quest'ultima a una dieta per un mese di sole mele e
banane, che mi ha disintossicata. L'allergia ora è scomparsa, mi
capita di avere un accenno solo di tanto in tanto.
Nel frattempo ho incominciato a leggere sulla "terapia del digiuno"
che mi ha affascinata. Il fatto è che ero ingrassata di 4/5 chili.
Sono rimasta vittima di quella dieta di mele e banane che avrei
dovuto fare per due mesi ma che ho fatto solo per un mese, che ho
provato a riprendere più volte.
Ora la mia condizione è di chi pur mangiando poco ingrassa. Penso
che sia dovuto al fatto che mangio molto cereali (pasta quasi
sempre) e legumi. E mangio di sera troppo poco tempo prima di
andare a letto (circa 4 ore prima), inoltre ho una digestione molto
lenta e dopo la cena l'abitudine è di stare sul divano a guardare
la Tv : non esco mai dopo cena.
Ho sempre difficoltà a digerire, a meno che non riduca di molto le
quantità e soprattutto a meno che non decida di mangiare un solo
tipo di alimento alla volta (cosa che però non soddisfa il mio
palato o la mia fame psicologica - quella che ha a che fare con le
gratificazioni che non ti vengono nel resto delle cose che vivi
durante la giornata).
Ho fissato un appuntamento presso un dietologo nutrizionista che
sulla sua brochure ha indicato anche le diete "vegan".
Vi chiedo se un medico che prescrive diete "carnee" può aiutarmi a
raggiungere un nuovo equilibrio alimentare, nella logica di quello
che ho imparato, anche e molto attingendo dal vostro sito, sulla
convenienza della dieta vegan e "cruelty free".
Vi chiedo come vi ponete rispetto alla terapia del digiuno.
Credo che la mia difficoltà a digerire dipenda dalla dieta vegan,
da un'alterazione della tiroide (anche se non l'ho mai
controllata), da un'alterazione del metabolismo in generale, dalla
mia età, da una alimentazione anche un po' squilibrata, considerato
che non essendo sposata e non avendo pressioni familiari, mangio un
po' come capita e come mi viene voglia.
Sento la necessità di farmi seguire da un nutrizionista e vorrei un
vostro consiglio veloce. Perchè quest'appuntamento con il
nutrizionista di cui vi ho parlato si avvicina, e non vorrei
spendere inutilmente i miei soldi. Questo dottore costa parecchio e
la mia posizione economica non è tra le migliori.
Qualche informazione che potrebbe esservi utile: il mio peso forma
(quello che riesco normalmente a mantenere più facilmente) è 54/55
chili, mi sento benissimo fisicamente ed esteticamente con 52/53
chili, ora peso 59/60 chili.
Risposta a cura del dott. LORENZO CENCI, Dietista
La condizione che riporta nella lettera, quella di chi mangia poco e poi ingrassa, non è riconducibile all'uso di legumi e cereali ma è la conseguenza della dieta di mele e banane che, per fortuna, ha seguito per un solo mese. Questo breve periodo di tempo è stato comunque sufficiente al suo organismo, per ridurre le "spese", ovvero il metabolismo basale.
Ora che è tornata a praticare un regime alimentare più corretto e più calorico, il suo organismo continua a mantenere bassi i consumi. Per aumentare il metabolismo basale serve un'attività fisica, moderata e costante (la sera dovrebbe fare della cyclette davanti alla tv); serve anche un regime alimentare adeguato: una dieta vegetariana può andare bene. Nel suo caso è però opportuno un controllo nutrizionale da ripetersi nel tempo, se non lo può fare privatamente perchè troppo oneroso, si rivolga al servizio di nutrizione clinica dell'ospedale più vicino.
Per completare le risposte alle sue domande le confermo che il digiuno può essere adottato in alcune situazioni, in ogni caso sotto stretto controllo medico e in regime di ricovero ospedaliero.