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Salve, sono uno studente in Medicina e Chirurgia dell' Università di Cagliari nonchè vegetariano da un anno.

Ho seguito l'altro ieri (27 Marzo 2002) il programma di Vespa nel quale un medico di Boston ha esposto la dieta dimagrante, denominata Diet zone, messa a punto dalla sua equipe. In breve egli sosteneva che una dieta dimagrante risulta efficace se la risposta insulinica a un pasto non supera certi limiti perchè una elevata e costante insulinemia è il primum movens del deposito "inopporuno" di grassi (per quanto mi è dato conoscere questo è fondamentalmente condividibile). La diet zone sarebbe il risultato (stando alle argomentazioni del dottor Sears) di una errata direttiva sanitaria del governo statunitense della metà degli anni '80.

La popolazione americana diveniva una popolazione di obesi e ciò fu ricondotto all'abuso di grassi nella loro dieta. Il governo si convinse che, sostituendo i grassi con i carboidrati complessi, la tendenza all' obesità si sarebbe interrotta. Dal 1985 al contrario, l'americano medio ha continuato ad ingrassare. Il Dottor Sears sostiene che ciò sia dovuto proprio all' eccesso di carboidrati. Perciò la diet zone è una dieta che sconvolge la piramide alimentare della dieta mediterranea (60% carboidrati, dei quali almeno il 90% devono essere complessi; 30% grassi, favorendo l'assunzione dei grassi mono- e poliinsaturi rispetto ai grassi saturi; 10% proteine, equivalenti grosso modo a 0,8-1gr./Kg corporeo/die) in una piramide "zone"(40% carboidrati,30% grassi,30% proteine), triplicando la quantità di proteine. Si affermava inoltre che a favore di questa dieta vi sono ricerche che confermano il miglioramento di alcuni parametri clinici (primo fra tutti l'insulinemia), nonchè un effettivo dimagrimento.

Per quanto mi è dato sapere la risposta del pancreas a un pasto è proporzionale ai valori glicemici che si ottengono e una dieta (com'è quella mediterranea) che associa fibre a carboidrati complessi non dovrebbe suscitare una risposta insulinemica eccessiva per almeno 2 motivi principali: 1) per la sua stessa struttura molecolare, l'amido viene digerito lentamente e perciò vengono rilasciate altrettanto lentamente nel sangue le molecole di glucosio di cui è formato;2) le fibre formano complessi sovramolecolari con l'amido stesso, ritardandone ulteriormente l'assorbimento. Tra l'altro le fibre hanno ulteriori vantaggi che consistono nel limitare l'assorbimento di grassi e nel dare un maggiore e più duraturo senso di sazietà.

Al contrario un eccesso di proteine nella dieta porta un eccessivo carico di lavoro sui reni e sul fegato con innegabili rischi, a tempo indeterminato, per la propria salute. Per terminare io non ho una reale domanda da porvi, solo conoscere il vostro parere in merito alla Diet zone e alle convinzioni di chi l'ha inventata e sostiene.

Vi ringrazio per l'attenzione.
[N.V.]

Risposta a cura della dr. MICHELA TREVISAN,Nutrizionista, Esperta in Alimentazione Naturale

La dieta zona sicuramente lavora sull'indice glicemico, ma ha come grosso svantaggio per la salute a lungo termine di avere un apporto proteico troppo elevato a discapito di un ridotto apporto glucidico, soprattutto di glucidi complessi (vedi articolo sulle diete iperproteiche, www.scienzavegetariana.it/argomentinbreve/diete.html).

Inoltre volevo aggiungere che la dieta mediterranea di per sè contiene gli sbalzi glicemici, ma all'interno dei diversi tipi di cereali, legumi e frutta alcuni hanno un indice glicemico più elevato (vedi tabella sull'indice glicemico, www.scienzavegetariana.it/argomentinbreve/indiceglicemico.html) ad esempio i fagioli borlotti hanno un indice glicemico molto più elevato dei ceci.