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Sono vegetariano da molti anni ed ho tratto da questo tipo di alimentazione molteplici vantaggi sul piano fisico, mentale e della mia coscienza. Sono maschio, ho 43 anni, insegnante di educazione fisica.
Anni fa sfortunatamente sono venuto a contatto con il virus dell'epatite B (dal dentista) e da allora ho cominciato ad avere problemi di varia natura: esplosione della vitiligine, debolezza generale, ittero dopo il minimo sforzo muscolare, ecc. Poi sono guarito dall'epatite eliminando l'antigene e formando gli anticorpi, ma i disturbi mi sono rimasti tutti. Attualmente la mia prostata pur mantenendo una ecostruttura regolare presenta delle evidenti calcificazioni (prostatite non batterica) e anche se il fegato è a posto quando faccio sforzi divento subito giallo (ma la bilirubina e tutti i valori epatici sono a posto). E' possibile che noi vegetariani di fronte ad alcune patologie, proprio per il modo diverso di alimentarci e quindi per avere un terreno fisiologico differente reagiamo alle malattie con decorsi un po' fuori dalla norma? C'è una lista di specialisti medici di Milano a cui potersi rivolgere senza dover giustificare e spesso difendere tutte le volte la propria scelta alimentare ed essere curati da specialisti che sanno e tengono conto di questo? Avete una casistica riguardo a questa strana prostatite? [M.R.]
Risposta a cura del dr. DARIO GOLDIN, Nutrizionista e Gastroenterologo
Non vedo relazioni tra la dieta vegetariana e l'epatopatia. Se gli esami epatici sono nella norma l'"ittero" supposto non è di pertinenza epatica. La prostatite calcifica è probabilmente l'esito di una pregressa infezione (attualmente risolta). Effettuerei i dosaggi di Vitamina B12, Sideremia, Acido Folico ed Ormoni Tiroidei, per ricercre altre cause della stanchezza, a mio avviso non imputabile al fegato dal punto di vista della pregressa epatite, dato che c'è stato un clivaggio del virus e gli esami sono normali.