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Qual'è la vostra opinione sugli studi (condotti soprattutto negli Stati Uniti) sulla restrizone calorica?
Mi riferisco in particolare a quelli al NIA del neurologo Mark Mattson, che e' stato spesso intervistato su varie riviste e quotidiani (tra cui il National Geographic e La Stampa qui in Italia). [A.V.]
Risposta a cura della dott.ssa LUCIANA BARONI, Presidente SSNV
Gli studi del dr. Mattson, che dimostrano che alcune malattie neurodegenerative possono beneficiare di una restrizione calorica ottenuta riducendo il numero dei pasti, sono condotti su topi e come tutti gli studi sull'animale non sono trasferibili all'uomo.
La restrizione calorica si può ben ottenere con la riduzione della quantità delle calorie ad ogni pasto, senza bisogno di saltare il pasto. Questo effetto può essere ottenuto arrestando l'assunzione di cibo prima di sentirsi sazi, cosa che alcune popolazioni nel mondo caratterizzate da un buon stato di salute applicano regolarmente per cultura (e che viene definita "Frugalità"), oppure saziandosi introducendo nella dieta cibi a bassa densità calorica, come i cibi vegetali al naturale (come nella plant-based diet).
Ben diverso dal "saltare il pasto" è invece il digiuno terapeutico, sul quale non esistono però dati nella medicina ufficiale.