Steingrimsdottir L, Gunnarsson O, Indridason OS, Franzson L, Sigurdsson G.

Public Health Institute of Iceland.

Originale: Steingrimsdottir L, Gunnarsson O, Indridason OS, Franzson L, Sigurdsson G. Relationship between serum parathyroid hormone levels, vitamin D sufficiency, and calcium intake., JAMA. 2005 Nov 9;294(18):2336-41

INTRODUZIONE: L'importanza di un adeguato stato della vitamina D in relazione alla salute dell'osso ha ricevuto crescente attenzione negli ultimi anni; nonostante ciò, il livello di assunzione ideale non è ancora ben stabilito. Sebbene la concentrazione plasmatica di 25-idrossivitamina D sia generalmente accettata come indicatore dello stato di vitamina D dell'organismo, non si è tuttavia raggiunto a livello internazionale un accordo su quelli che dovrebbero essere i valori normali di riferimento.

OBIETTIVO: indagare l'importanza relativa di un'elevata assunzione di calcio e della concentrazione plasmatica di 25-idrossivitamina D sull'omeostasi del calcio, quest'ultima stabilita attraverso la concentrazione plasmatica del paratormone intatto (PTI).

MATERIALI E METODI: si tratta di uno studio trasversale su 2310 adulti Islandesi in buona salute, suddivisi in 3 gruppi di età (30-45, 50-65 e 70-85 anni) e reclutati tra febbraio 2001 e gennaio 2003. Le assunzioni di calcio e vitamina D sono state determinate con un questionario semi-quantitativo food-frequency. I partecipanti sono stati ulteriormente divisi in gruppi sulla base delle assunzioni di calcio (< 800 mg/die, 800-1200 mg/die, e > 1200 mg/die) e dei livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D (< 10 ng/mL, 10-18 ng/mL, e > 18 ng/mL).

MISURA PRINCIPALE DI OUTCOME: la concentrazione plasmatica di paratormone intatto (PTI), come risultato del livello di assunzione di Calcio e dallo stato della vitamina D.

RISULTATI: 944 partecipanti in buona salute hanno completato tutte le parti dello studio. Dopo aggiustamento per i principali fattori confondenti, i livelli più bassi di PTI sono stati riscontrati nel gruppo con concentrazione plasmatica di 25-idrossivitamina D maggiore di 18 ng/mL mentre i più alti nel gruppo con concentrazione minore di 10 ng/mL. Nel gruppo con livello di 25-idrossivitamina D basso (< 10 ng/mL), un'assunzione di calcio minore di 800 mg/giorno rispetto ad una maggiore di 1200 mg/giorno, era significativamente associata (p= 0,04) con maggiori livelli plasmatici di PTI; inoltre una differenza significativa (p= 0,04) è emersa nel gruppo ad alta assunzione di calcio (> 1200 mg/die) tra quelli con una bassa (< 10 ng/mL) e un'alta (> 18 ng/mL) concentrazione di 25-idrossivitamina D.

CONCLUSIONI: purché sia garantito un adeguato livello di vitamina D, assunzioni di calcio superiori a 800 mg/giorno non servono a mantenere l'omeostasi del calcio. Un'integrazione di vitamina D nella dieta è necessaria per garantire un adeguato stato della vitamina D nei Paesi nordici.