dr. Caldwell Esselstyn Jr., Cleveland Clinic Foundation, Cleverand, OH.
Originale:
Esselstyn CB Jr
Resolving the Coronary Artery Disease Epidemic Through Plant-Based
Nutrition, Prev Cardiol. 2001 Autumn;
4(4):171-177.
Abstract
I Paesi industrializzati hanno facile accesso a grandi quantità di cibi ricchi di grassi. Ironia vuole che questa dieta ricca provochi l'arteriosclerosi. Nei Paesi poveri del resto del mondo la gente si nutre essenzialmente di prodotti vegetali, assai più salutari, soprattutto per il cuore. Per il trattamento della malattia coronarica (CAD), un secolo di ricerca scientifica ha portato allo sviluppo di strategie di attacco basate sull'individuazione dei fattori di rischio e sul ricorso a pratiche invasive. Ciononostante, molti dei pazienti trattati con questo approccio continuano a peggiorare e muoiono, perché si tratta di una strategia difensiva da retroguardia. Per contro, dati avvincenti derivanti da studi nel campo della Nutrizione, da studi di popolazione e da interventi dietetici hanno evidenziato l'efficacia di un'alimentazione basata su cibi vegetali e di una drastica riduzione dei lipidi ematici nella prevenzione, l'arresto e la regressione selettiva della malattia cardiaca. In sostanza, si tratta di una vera strategia d'attacco! Ma essa potrà essere adottata solo se le Linee Guida redatte dalle Autorità Sanitarie Nazionali si esprimeranno a favore di un'alimentazione a base di prodotti vegetali. E' necessario quindi poter contare su di una commissione di esperti purgata di ogni possibile influenza politica od economica, per garantire che tali raccomandazioni siano redatte sulla base di considerazioni di natura puramente scientifica.
CONCLUSIONI
Il modo in cui la medicina moderna affronta la CAD, basato su metodi invasivi e sull'individuazione dei fattori di rischio, è una strategia da retroguardia: si limita a diagnosticare la malattia dopo che questa si è già instaurata e non è in grado né di offrire forme di prevenzione né di arrestarne la progressione. Oggi, abbiamo la fortuna di sapere come prevenire, arrestare e far regredire selettivamente questa malattia, ma purtroppo non quella di poter fare affidamento su Istituzioni che mettano queste conoscenze a disposizione della popolazione. La coscienza collettiva e la determinazione della categoria medica vengono oggi messe alla prova più che mai prima d'ora. I legami con l'industria e con il mondo della politica creano conflitti all'interno delle nostre Istituzioni Sanitarie, sia pubbliche che private, e ne compromettono la credibilità. Tutto ciò è in aperto contrasto con gli imperativi morali della nostra professione. E' giunto il momento di avere il coraggio di passare all'azione. E' alla scienza, non alle persone che sostengono di parlare in sua vece, che spetta il compito di stabilire le raccomandazioni dietetiche.