25 settembre 2020
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Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana
Notizie, articoli e comunicati
In questi giorni vediamo sui media una nuova ondata di articoli che mettono in guardia contro la dieta a base vegetale nei bambini: si tratta di affermazioni del tutto inconsistenti, basate su un documento emanato 3 anni fa da alcune società italiane di pediatria.
Abbiamo ampiamente controbattuto ai contenuti di questo documento 3 anni fa: esso si basa su una scorretta classificazione delle diete e utilizza studi vecchi, anziché quelli più recenti che mostrano la reale situazione e i vantaggi di una dieta vegetale in tutte le fasi della vita.
Questo documento non è mai stato sottoposto a revisione paritaria, e viene riciclato periodicamente dai media per pubblicare articoli sul tema, come se si trattasse di nuove scoperte. Invece sono le solite notizie infondate.

Abbiamo inviato ai giornali la nota stampa qui di seguito, che vi invitiamo a diffondere, grazie.
Dieta vegana dalla gravidanza all'adolescenza: sempre vantaggiosa, ma continua la disinformazione
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Uno studio recente [1] ha rivelato che le conoscenze dei professionisti della salute sull'alimentazione vegetariana, dalla gravidanza all’adolescenza, sono correlate alle abitudini dietetiche soggettive.

In una società dominata dalla dieta onnivora, è chiaro quindi che la gran parte delle persone, professionisti compresi, siano portate a considerare la propria dieta come "la migliore" e non siano stimolate a consultare altre informazioni. Vi è comunque una piccola parte di soggetti, professionisti della salute inclusi, che pur seguendo una dieta onnivora posseggono il raro dono dell'onestà intellettuale, che permette loro di comprendere e ammettere i vantaggi nutrizionali delle diete vegetariane, nonostante la propria scelta dietetica personale. Infine, vi sono quelli che, grazie al fatto di aver compiuto la connessione tra conoscenza e azione, hanno scelto di abbracciare, per tutte o parte delle sue implicazioni su salute, ambiente e rispetto degli animali, la scelta vegetariana (latto-ovo-vegetariana e vegana).

Un altro aspetto non irrilevante che sostiene la disinformazione è rappresentato dagli enormi interessi commerciali che vedono certe scelte della popolazione come un attentato al profitto - sempre più incalzante -, che le industrie zootecniche stanno subendo negli ultimi anni. Poiché queste ultime hanno il potere economico per manipolare l'informazione e veicolarla al grande pubblico, lo fanno senza alcuno scrupolo. È purtroppo un potere immenso, difficile da contrastare. Non impossibile, se il singolo raccoglie la sfida di prendere su di sé un'azione basata su una corretta informazione.

In questo contesto si collocano le periodiche notizie a sfavore delle diete a base vegetale, soprattutto della dieta vegana, vista in modo acritico e manipolatorio come dieta che esclude tutti i cibi animali, ma senza invece alcuna altra classificazione basata sui cibi e i nutrienti che essa include. Un calderone, insomma, in cui trovano posto molti tipi di diete, anche quelle realmente restrittive come ad esempio la crudista e la fruttariana, che complete non sono.

Ricordiamo invece che una dieta vegana propriamente detta non può essere considerata restrittiva, in quanto in grado di fornire tutti i nutrienti necessari all'organismo (per inciso, le proteine animali NON sono necessarie) attraverso l'assunzione di tutti i cibi vegetali (cereali, legumi, verdura, frutta, frutta secca a guscio) e l'attenzione ai nutrienti critici, alcuni dei quali, come la vitamina D e in minor misura la vitamina B12, sono critici in tutti i tipi di diete, anche quelle quindi che includono cibi animali [2].

Dal 2017 gira un Position Paper congiunto di alcune società italiane di pediatria (mai sottoposto a revisione paritaria, a differenza di quel che è richiesto a qualunque documento scientifico), sfavorevole alle diete plant-based, che periodicamente viene rispolverato: è successo nuovamente di recente, visto che l'attenzione nei confronti del Covid-19 si sta allentando e quindi c'è spazio per far infiltrare nel grande pubblico insidiose notizie sulla presunta pericolosità di queste diete nel bambino. Non avendo materiale più recente da poter manipolare, viene rispolverato periodicamente da 3 anni sempre questo stesso paper, spacciandolo come fosse una nuova scoperta.

Ricordiamo che abbiamo ampiamente controbattuto ai contenuti di questo documento alla sua uscita in un nostro dettagliato comunicato stampa [3]: si tratta infatti di un documento che si basa su una scorretta classificazione delle diete prese in esame, ma soprattutto si basa su analisi di studi vecchi, condotti quando nessuno aveva la competenza necessaria per dare indicazioni sulla corretta pianificazione di queste diete nel bambino.

Fortunatamente ora non è più così, le conoscenze ci sono e sono disponibili a tutti [2,4], genitori ma soprattutto professionisti, ai quali i genitori dovrebbero potersi affidare con fiducia. Invece purtroppo così non è ancora: si continua a mantenere una rigida opposizione, basata sul nulla, che viene abbracciata acriticamente da molti professionisti, con il risultato che i genitori vengono terrorizzati psicologicamente sulle conseguenze per il bambino della loro scelta, con il rischio che molte famiglie potrebbero affidarsi nelle mani sbagliate, mettendo, questa volta sul serio, in pericolo la salute dei propri figli.

Le competenze dei professionisti nel campo della nutrizione vegetale sono infatti mediamente insufficienti (come documentato dallo studio già segnalato [1] e, a meno di non scegliere un nutrizionista con competenze specifiche nel campo della nutrizione plant-based, il rischio è quello di finire nelle mani di un incompetente.

Per tale motivo Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana - SSNV ha creato una rete di professionisti, la ReteFamigliaVeg [5], competenti in nutrizione plant-based e con conoscenze specifiche per la madre e il bambino. Si tratta di professionisti che hanno seguito corsi di formazione specialistica e che quotidianamente vedono nei propri studi professionali questi soggetti.

È dall'esperienza di questa vasta rete di professionisti che ci sentiamo di ribadire ad alta voce l'affermazione che le diete a base vegetale, incluse quelle vegane propriamente dette, sono sicure per il bambino, e potranno conferirgli un futuro di miglior salute da adulto. Già per il bambino infatti è possibile affermare che i tassi di sovrappeso-obesità, di cui sono affetti 1/3 dei bambini italiani e che è la madre di tutte le malattie cardiometaboliche, sono estremamente ridotti nei bambini che seguono diete a base vegetale.

Uno studio condotto del 2004 su bambini italiani delle scuole secondarie (a dieta onnivora) [6] ha mostrato molte criticità quali: elevate assunzioni di grassi totali e saturi, basse assunzioni di frutta e verdura, fibra, calcio e ferro, con ridotte assunzioni di carboidrati complessi ma elevate assunzioni di zuccheri semplici.

Per contro un altro recente studio condotto su bambini tedeschi di 1-3 anni [7] non ha rilevato la presenza di differenze significative nelle assunzioni di energia e nei parametri antropometrici di bambini vegani e latto-ovo-vegetariani in confronto agli onnivori. Tuttavia, anche in questo studio i bambini onnivori avevano le più elevate assunzioni di grassi e zuccheri aggiunti, oltre che di proteine, mentre i bambini vegani avevano le più elevate assunzioni di carboidrati complessi e fibre. Gli autori concludono quindi che nella prima infanzia le diete latto-ovo-vegetariane e vegane, in confronto con quelle onnivore, sono in grado di fornire le stesse quantità di macronutrienti, assicurando una crescita normale.

Non ci sono quindi evidenze valide per sconsigliare le diete a base vegetale a genitori che per motivate convinzioni vogliano estendere questa scelta ai propri figli: non sono evidenze scientifiche i dati vecchi di 30 anni utilizzati per trarre conclusioni sbagliate, così come non lo sono le sporadiche segnalazioni di bambini malnutriti, additati come vegani ma che tali non sono. La letteratura emergente conferma per contro la sicurezza di queste diete.

Va detto senza mezzi termini e in tutta onestà che la malnutrizione del bambino può essere sostenuta sia da una dieta a base di cibi vegetali che da una dieta a base di cibi animali. Ma la seconda possibilità è di gran lunga più frequente della prima, vista la grande quantità di bambini in sovrappeso, obesi, ipertesi, con diabete tipo 2. Ma questi non fanno notizia, non sono presentati come modelli da evitare. 

La realtà, quella che i nostri professionisti della ReteFamigliaVeg vedono tutti i giorni, è quella di famiglie costituite da genitori attenti e responsabili e da bambini meravigliosi. Uno spicchio di questa realtà è stato documentato in un breve video e una galleria fotografica dal titolo ‘Bambini vegani meravigliosi’ [8].

References

[1] Bettinelli ME et al. Knowledge of Health Professionals Regarding Vegetarian Diets from Pregnancy to Adolescence: An Observational Study Nutrients 2019, 11, 1149; doi:10.3390/nu11051149.
[2] Baroni L et al. PLANNING WELL-BALANCED VEGETARIAN DIETS IN INFANTS, CHILDREN AND ADOLESCENTS: THE VEGPLATE JUNIOR. J. Academy of Nutrition and Dietetics 2019, 119(7), 1067–1074. http://doi.org/10.1016/j.jand.2018.06.008.
[3] Comunicato stampa - Chi si scaglia contro le diete vegetariane in gravidanza e infanzia fa fare passi indietro sulla via del progresso scientifico e della corretta informazione.
[4] Baroni L et al. VEGAN NUTRITION FOR MOTHERS AND CHILDREN: PRACTICAL TOOLS FOR HEALTHCARE PROVIDERS. Nutrients 2019, 12, 5; doi:10.3390/nu12010005.
[5] Rete Famiglia Veg
[6] Leclercq C et al. Food consumption and nutrient intake in a sample of Italian secondary school students: results from the INRAN-RM-2001 food survey. J Food Sci Nutr. 2004 Jun;55(4):265-77. doi: 10.1080/09637480412331290486.
[7] Weder S et al. Energy, Macronutrient Intake, and Anthropometrics of Vegetarian, Vegan, and Omnivorous Children (1–3 Years) in Germany (VeChi Diet Study). Nutrients. 2019 Apr 12;11(4):832. doi: 10.3390/nu11040832.
[8] Galleria fotografica: Bambini vegani meravigliosi.
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