Ann Chao, PhD; Michael J. Thun, MD, MS; Cari J. Connell, MPH; Marjorie L. McCullough, ScD; Eric J. Jacobs, PhD; W. Dana Flanders, MD, ScD; Carmen Rodriguez, MD, MPH; Rashmi Sinha, PhD; Eugenia E. Calle, PhD

Società dei Tumori Americana, Epidemiologia e Sorveglianza, Atlanta, Ga 30329-4251, USA.

Originale: Chao A, Thun MJ, Connell CJ, McCullough ML, Jacobs EJ, Flanders WD, Rodriguez C, Sinha R, Calle EE. Meat consumption and risk of colorectal cancer, JAMA. 2005 Jan 12;293(2):172-82

Contesto: il consumo di carne rossa e carne trasformata è stato associato con il tumore del colon-retto in molti ma non in tutti gli studi epidemiologici; pochi studi, inoltre, hanno esaminato il rischio correlato al consumo prolungato di carne e quello tra consumo di carne e cancro del retto.

Obbiettivo: Analizzare la relazione tra il consumo di carne di breve e di lunga durata e il rischio di comparsa di tumore del colon e del retto.

Disegno, materiali e metodi: E' stata analizzata una coorte (Gruppo di soggetti, NdT) composta da 148 610 adulti di età compresa tra 50 e 74 anni (mediana 63 anni), residenti in 21 stati degli USA dotati di Registro dei Tumori. Questi soggetti hanno fornito informazioni sul loro consumo di carne nel 1982 e, nuovamente, nel 1992/1993 quando sono stati arruolati nel Cancer Prevention Study II (CPS II, Studio per la Prevenzione del Cancro), nella Coorte della Nutrizione. Il follow-up, a partire dal reclutamento nel 1992/1993, fino al 31 agosto 2001, ha identificato 1667 casi di cancro del colon-retto. I partecipanti hanno contribuito come anni-persona al calcolo del rischio fino alla morte o alla diagnosi di tumore del colon o del retto.

Stima utilizzata: Rapporto tra tasso di incidenza (RR, rischio relativo) di cancro del colon e di cancro del retto.

Risultati: Elevate assunzioni di carne rossa e carne trasformata, riferite nella valutazione condotta nel 1992/1993, sono risultate associate con un più elevato rischio di cancro del colon, dopo aggiustamento per età e apporto calorico, ma non dopo ulteriore aggiustamento per Indice di Massa Corporea, fumo di sigaretta, e altre co-variabili. Quando è stato invece analizzato il consumo di lunga durata, i soggetti nel più alto terzile di consumo, sia nel 1982 che nel 1992/1993, presentavano il rischio più elevato di cancro del colon distale in associazione con la carne trasformata (RR, 1.50; 95% intervallo di confidenza [CI], 1.04-2.17, [=aumento del rischio del 50%, NdT]), e in associazione con un più elevato rapporto tra consumo di carne rossa e consumo di pollame e pesce (RR, 1.53; 95% CI, 1.08-2.18, [=aumento del rischio del 53%, NdT]) rispetto ai soggetti che si collocavano nel terzile più basso a entrambe le epoche di rilevazione. Consumi prolungati di pollame e pesce sono risultati inversamente correlati con il rischio di cancro del colon, sia prossimale che distale. Elevati consumi di carne rossa, riportati nel 1992/1993 sono risultati associati con il rischio più elevato di tumore del retto (RR, 1.71; 95% CI, 1.15-2.52; P = .007, [=aumento del rischio del 71%, NdT]), così come lo sono risultati elevati consumi riportati sia 1982 che nel 1992/1993 (RR, 1.43; 95% CI, 1.00-2.05, [=aumento del rischio del 43%, NdT]).

Conclusioni: Questi risultati dimostrano la potenziale validità di esaminare prolungati consumi di carne nella valutazione del rischio di cancro, e rinforzano l'evidenza che elevati e prolungati consumi di carni rosse e trasformate possono aumentare il rischio di cancro della porzione distale del colon.